L’esperienza del Closlieu con persone con disabilità (gentilmente concesse e autorizzate dalla Praticien Tiziana Vassalli Musso che svolge l’attività del Closlieu all’interno del centro OTAF di Sorengo, Svizzera)

Una partecipante prende il foglio da sola e sceglie dove collocare il foglio

I fogli vengono fermati dalla praticien con puntine da disegno

L’esplorazione dei colori

La scelta del colore

Una scelta senza prevaricazione

Il “Praticien” accompagna

Il colore è stato scelto

Solo la punta del pennello viene intinta nel colore

Il pennello viene appoggiato delicatamente

L’esperienza del tracciare

La sorpresa di fronte alla propria traccia

La fluidità della mano e il gesto consapevole

Anche il corpo si muove per accompagnare il gesto

Il Praticien aiuta a prendere una posizione comoda

Nascono le prime forme

Gentilezza e comunicazione

Una comunicazione rispettosa

Il rispetto reciproco

Il piacere dell’attività

L’espansione dello spazio in orizzontale

L’espansione dello spazio in verticale

La soddisfazione del risultato

I dipinti vengono tolti per essere custuditi

I dipinti vengono inseriti nelle cartelle personali

Il locale è pronto per la prossima seduta

Il “gioco del dipingere” nel Closlieu non è dunque una terapia-ha scritto Arno Stern- ma è un’attività preventiva, in quanto sviluppa precisamente delle attitudini che appartengono a ognuno, e fa di ciascun essere una persona più completa, qualunque sia il momento in cui si dedica alla creazione di una traccia sul foglio. Ciascuno sperimenta la sua libertà, la rende fisica,presente, in un gioco che rinnova continuamente e coinvolge l’essere umano in tutte le sue dimensioni, andando ben al di là dell’atto pittorico stesso.

Vedi anche

Il nuovo Closlieu apre i battenti

Chi è Arno Stern